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Fine vita, Toscana approva la legge: è la prima regione in Italia

today11 Febbraio 2025 2

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(Adnkronos) – La Toscana ha approvato una legge sul fine vita. Il Consiglio regionale della Toscana ha approvato la proposta di legge di iniziativa popolare su "procedure e tempi per l'assistenza sanitaria regionale al suicidio medicalmente assistito ai sensi e per effetto della sentenza della Corte Costituzionale 242/2019". Hanno votato a favore Pd, M5S, Italia Viva e gruppo Misto-Merito e Lealtà; contrari Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega; la consigliera De Robertis (Pd) non ha partecipato al voto. La Toscana è la prima regione in Italia ad approvare una legge sul fine vita.  I promotori della pdl, i rappresentanti dell'associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, il 14 marzo 2024 avevano depositato presso la presidenza del Consiglio toscano la proposta di legge regionale supportata da oltre 10mila firme autenticate, che dopo l'iter in Commissione Sanità è giunta all'esame e al voto dell'Assemblea. La proposta di legge è stata illustrata all'aula dal presidente della Commissione Sanità, Enrico Sostegni (Pd), che ha lavorato sul testo in questi mesi, concentrandosi su varie questioni, nel tentativo di superare i problemi di legittimità e di fattibilità che erano stati segnalati, proponendo alcune modifiche sostanziate negli emendamenti, puntando a un testo con carattere procedimentale, meramente organizzativo, per rimanere nella cornice della potestà legislativa concorrente delle Regioni. La Corte Costituzionale ha sollecitato un intervento legislativo del Parlamento in materia, tutt'ora assente, e alla fine tramite due sentenze (una del 2019 e una seconda più recente, la 135 del 2024) ha fatto un intervento di tipo manipolativo additivo, per cui sono stati enucleati i requisiti in possesso dei quali si può procedere al suicidio medicalmente assistito. Attualmente quindi in Italia quando i malati si sono rivolti ai tribunali il procedimento è stato autorizzato in virtù delle sentenze della Corte Costituzionale, e le singole Aziende sanitarie, che hanno l’obbligo di ottemperare, si sono mosse in autonomia. "A livello nazionale e regionale – ha detto Sostegni – non siamo intervenuti, ma sulla base della sentenza della Corte Costituzionale, quando vi sono state richieste di pazienti, sono intervenuti i direttori generali delle tre Aziende sanitarie, ognuno con modalità diverse. Adesso, con la legge, stabiliamo una procedura omogenea su tutta la regione, garantendo un’assistenza sanitaria uniforme in questi casi difficili". Oltre a fissare il carattere meramente organizzativo della legge regionale, si stabilisce che il costo di medicinali e attrezzature necessari per il suicidio, ora a carico dei familiari, sia sostenuto dal sistema sanitario stabilendo una prestazione extra Lea. Il costo non dovrebbe superare complessivamente i 10 mila euro l’anno. Si ribadisce la volontarietà della partecipazione del personale medico e sanitario alle varie fasi dell’iter. La proposta di legge così come presentata ha l'obiettivo di garantire alle persone malate che intendono accedere al suicidio assistito la necessaria assistenza sanitaria "nel rispetto dei principi stabiliti dalla sentenza della Corte Costituzionale 242 del 2019, garantendo che il diritto all’erogazione del trattamento è individuale e inviolabile, e che non può essere limitato, assoggettato a condizioni o altre forme di controllo ulteriori e diverse da quelle previste dalla proposta di legge". Prevede quindi di individuare i requisiti di accesso alla pratica, la verifica delle condizioni e delle modalità di accesso alla morte medicalmente assistita, affinché l’aiuto al suicidio non costituisca reato, così come delineato dalle sentenze della Corte Costituzionale.  Il testo prevede l'istituzione di una Commissione medica multidisciplinare nelle Asl, dispone che le strutture sanitarie debbano garantire il supporto, l’assistenza e i mezzi necessari al completamento della procedura, disciplina la procedura e i tempi (complessivamente venti giorni), prevede la gratuità delle prestazioni sanitarie. Secondo l’atto possono accedere al suicidio medicalmente assistito le persone affette da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che reputano intollerabili; tenute in vita da trattamento di sostegno vitale; pienamente capaci di prendere decisioni libere e consapevoli; che esprimono un proposito di suicidio formatosi in modo libero e autonomo, chiaro e univoco. "Siamo grati alle consigliere e consiglieri della Regione Toscana per avere approvato la nostra legge 'Liberi Subito', che definisce tempi e procedure per l’aiuto medico alla morte volontaria. È una legge di civiltà perché impedisce il ripetersi di casi, da ultimo quello di Gloria, proprio in Toscana, di persone che hanno dovuto attendere una risposta per mesi, o addirittura per anni, in una condizione di sofferenza insopportabile e irreversibile", dichiara Filomena Gallo, avvocata e segretaria dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica Aps. "Le regole approvate in Toscana consentono la piena attuazione della sentenza della Corte costituzionale 'Cappato – Antoniani', che ha legalizzato in Italia il cosiddetto 'aiuto al suicidio' a determinate condizioni – prosegue – Il voto del Consiglio regionale è stato dunque possibile grazie all’azione di disobbedienza civile di Marco Cappato, oltre che alla firma di 10.700 cittadine e cittadini della Toscana che hanno attivato lo strumento della legge di iniziativa popolare. Il nostro obiettivo è ora quello dell’approvazione della legge 'Liberi Subito' in tutte le Regioni italiane, dove il 'suicidio assistito' è comunque già legale (in forza delle sentenze della Consulta), ma senza che ci siano garanzie su tempi e sulle procedure per le persone malate e i medici. Stiamo raccogliendo sul sito le disponibilità di chi vuole partecipare a questa iniziativa". "Continueremo anche a aiutare le persone a fare luce sui diritti alla fine della vita attraverso il nostro 'Numero Bianco' 06 9931 3409, attraverso il quale diamo informazioni anche sul testamento biologico e sulle cure palliative – conclude – Proprio sul potenziamento delle cure palliative, sul quale siamo da sempre impegnati, siamo pronti ad allearsi anche con chi si è battuto contro la nostra legge, perché il diritto all’autodeterminazione non è in alcun modo in contrasto col diritto alle cure”. "Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio Regionale della Toscana, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque – dichiara, in una nota, il cardinale Paolo Augusto Lojudice, arcivescovo di Siena e presidente della Conferenza Episcopale Toscana – Ai cappellani negli ospedali, alle religiose, ai religiosi e ai volontari che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte dico di non arrendersi e di continuare ad essere portatori di speranza, di vita. Nonostante tutto. Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti". Per Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus, "la legge sul suicidio medicalmente assistito approvata oggi dal Consiglio Regionale della Toscana, oltre che barbara e disumana, perché spingerà alla ‘morte di Stato’ migliaia di malati, fragili, anziani, persone sole ed emarginate che si sentiranno un 'peso' per i familiari e la società, è anche palesemente incostituzionale, perché pretende si legiferare su una materia che potrebbe essere affrontata solo dal legislatore nazionale". "Chiediamo al governo di impugnare immediatamente la legge toscana con un ricorso in Corte Costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato, sulla base delle motivazioni già esposte dall’Avvocatura dello Stato quando si è espressa contro le iniziative regionali – continua Brandi – Simili proposte di legge, infatti, sono state già respinte dai consigli regionali di Veneto, Lombardia e Piemonte. In gioco non c’è solo il rispetto della Costituzione, ma soprattutto la tutela delle vite più fragili, che dovrebbero essere difese, curate e accompagnate nella fase finale con vicinanza, cura e compassione tramite un’applicazione effettiva delle cure palliative previste dalla legge 38/2010". —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)

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