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(Adnkronos) – In Italia circa il 48% delle donne non aderisce ai programmi di screening organizzati, molto spesso a causa di difficoltà economiche, culturali o sociali. Per ovviare a questo problema e accompagnare le persone in condizioni di vulnerabilità lungo tutto il percorso diagnostico e terapeutico, è nata Shield Women (Screening Help Initiative for Empowerment and Learning in Disadvantaged Women) lanciata con il bando ‘Powering Breast Cancer Progress’ di AstraZeneca global, che ha visto Andos onlus Nazionale (Associazione nazionale donne operate al seno) come unica associazione vincitrice in Europa. Il progetto – spiega una nota – si basa sulla formazione e la messa in campo di patient navigators, cioè volontari in grado di offrire un servizio di orientamento e supporto per i pazienti nel percorso di screening e trattamento, con l'obiettivo di ridurre le barriere all'accesso alle cure. Il navigator aiuta infatti i pazienti a comprendere la diagnosi e il piano di trattamento, accedere a specialisti e strutture sanitarie, gestire appuntamenti e documentazioni, superare difficoltà economiche, linguistiche o logistiche. “In Italia, nel 2023, circa 430mila famiglie hanno vissuto situazioni di povertà sanitaria, con conseguenze dirette sulla possibilità di accedere a visite specialistiche e diagnosi precoci – spiega Flori Degrassi, presidente Nazionale Andos – Inoltre, i dati indicano che il 25% dei decessi per tumore è correlato a bassi livelli di istruzione e che le persone con minori risorse economiche evitano controlli medici fino a 5 volte di più rispetto al resto della popolazione. Per questa ragione il progetto Shield potrà avere un impatto importante sulle diagnosi. Partiremo a maggio con 3 giornate di formazione dei volontari di almeno 10 dei 52 comitati Andos, per poi proseguire nella successiva edizione con molti altri, che selezioneremo nelle zone più disagiate o dove individueremo una più bassa adesione alle campagne di screening. Secondo il monitoraggio Passi dell’Istituto superiore di sanità, infatti, la copertura dello screening mammografico disegna un chiaro gradiente Nord-Sud, con una copertura totale dell’83% al Nord, 78% al Centro e solo del 61% nelle Regioni meridionali. Il Friuli-Venezia Giulia (89%) è la Regione che registra un’adesione maggiore, la Calabria (45%) la minore. È soprattutto dove i numeri sono così bassi che il nostro intervento può cambiare davvero le cose.” Saranno coinvolte anche le numerose associazioni territoriali, i servizi sanitari e gli enti pubblici che si occupano quotidianamente di donne, violenza, migranti e cultura. “La selezione dei Comitati Andos aderenti all’iniziativa – continua Degrassi – passa anche dalla valutazione dei loro contatti con le altre realtà del territorio, perché possano individuare le donne che necessitano del nostro aiuto e indirizzarle a noi. La collaborazione tra operatori e volontari e la creazione di spazi sicuri è fondamentale per intercettare i bisogni delle persone. Abbiamo anche necessità di accompagnare agli screening le numerose donne che non vi aderiscono non per ragioni economiche o sociali ma per svolgere, al loro posto, mammografie spontanee fuori dalle campagne. In questo modo non approfittano dei benefici dello screening organizzato, tra cui una doppia lettura del referto e quindi un alto livello di sicurezza del risultato, la presa in carico diretta in caso di diagnosi, gli indicatori di qualità per la valutazione dell’efficacia del percorso”. La formazione dei patient navigators avverrà grazie a un panel di docenti prestigioso: Maria Masocco del sistema Passi dell’Iss; Manuela Tamburo De Bella di Agenas; Mirko di Marino del dipartimento Epidemiologico di Prevenzione del Lazio; Livia Giordano, referente Screening Piemonte; Federico Spandonaro dell’Università Tor Vergata di Roma; Mauro Sarriga, psicologo sociale dell’Università Sapienza di Roma e Yasmine Abo Doha, mediatrice culturale di Ecpat Italia. “L’anticipazione diagnostica può davvero salvare la vita – rimarca Degrassi – molte delle donne che guariscono sono quelle che hanno ottenuto la diagnosi in seguito allo screening. Quando si fa volontariato da tanti anni occupandosi di donne operate al seno si diventa altruiste e portatrici di un messaggio positivo, perché è giusto che chi ha già percorso questa strada si occupi delle donne del futuro. Il nostro monito è questo: partecipate alle campagne di prevenzione”. —salutewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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