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Beat Breakdown Copia Mia Johnson
(Adnkronos) – Nel 1935 Opel raggiunse un traguardo storico, superando le 100.000 unità prodotte in soli 12 mesi. Un record per l’epoca, reso possibile grazie alla P4, un modello innovativo e accessibile, destinato a diventare un’icona nel settore automobilistico. Questo risultato rappresentò un rilancio strategico per
Opel, segnando la fine di un lungo capitolo produttivo e preparando il terreno per i futuri sviluppi della casa automobilistica tedesca. La Opel P4 si distingueva per un design semplice e tradizionale, con linee che richiamavano ancora le vetture della fine degli anni ’20. Tuttavia, il suo vero punto di forza era il posizionamento sul mercato: un’auto economica, pensata per essere accessibile a una vasta gamma di clienti. Dal punto di vista tecnico, la P4 condivideva il telaio in acciaio stampato con longheroni e traverse già utilizzato nelle Opel 1.2 Litri e 1.0 Litri, confermandosi più un'evoluzione che un modello completamente nuovo. Le sospensioni con assale rigido, balestre semiellittiche e ammortizzatori idraulici garantivano un’esperienza di guida solida e affidabile. Il motore, un 4 cilindri in linea, derivava direttamente da quello della Opel 1.0 Litri (a sua volta ispirato alla Opel 4 HP "Laubfrosch" degli anni ’20). Con una cilindrata aumentata da 989 cc a 1.073 cc, erogava 23 CV (17 kW) e consentiva alla P4 di raggiungere una velocità massima di 85 km/h. La trasmissione manteneva un cambio a 3 marce, con frizione monodisco e differenziale a dentatura a spirale.
Alla base della gamma c’era la berlina a 2 porte, proposta a un prezzo competitivo di 1.650 Marchi. Seguivano la versione furgonata (1.890 Marchi) e le due varianti più prestigiose: • Cabriolet • Spezial-Limousine, una berlina più rifinita e riccamente allestita. —motoriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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